di Yassine Lafram – presidente Unione delle comunità islamiche d’Italia
Il 25 Aprile 1945 l’Italia si liberava dal fascismo e dal nazismo, dando fine a un incubo che aveva portato solo odio, lutto e devastazione. Nel nostro Paese, la lotta di liberazione dal nazifascismo assunse caratteri eroici con l’insurrezione dei partigiani, espressione della migliore Italia, uomini e donne che non esitarono a mettere in gioco le loro vite e tutto ciò che avevano per dare all’Italia un futuro migliore, un futuro di pace, di fratellanza, di diritti, di democrazia. I valori che muovevano i partigiani sono valori che tutti dobbiamo sentire nostri; è proprio da quei valori che infatti nasce poi la Carta Costituzionale.
Quella Costituzione italiana che possiamo definire, senza timore di incorrere nella retorica, la più bella del mondo. Perché lo è davvero con il suo equilibrio di pesi e contrappesi, così saggiamente pensato dai nostri padri costituenti, con quei suoi articoli che parlano di stato di diritto e di diritti fondamentali, di solidarietà, uguaglianza a prescindere dall’etnia, religione, ecc. La lotta al fascismo e ai suoi disvalori è stata fondamentale per redigere questa Carta che ancora oggi funge da riferimento fondamentale nella nostra vita, e non dobbiamo mai dimenticare tutto ciò. La memoria della lotta partigiana deve essere coltivata, nutrita, preservata, ricordata e rivivificata potremmo dire, oggi, in un momento storico in cui la barbarie dei nuovi fascismi avanza sempre più.
Come musulmani condividiamo i valori di libertà, dignità dell’uomo, di giustizia in tutte le sue declinazioni e di disgusto e insofferenza verso ogni forma di oppressione. L’Islam insegna che se un fratello sbaglia va corretto e mai sostenuto nell’errore; la giustizia è quanto ci sia di più importante e l’Islam insegna che Dio sostiene uno stato giusto, indipendentemente dalla religione professata in questo stato, mentre non sostiene uno stato ingiusto anche se si definisce “musulmano”, a riprova della centralità del concetto di giustizia nella religione islamica.
Il Corano, la guida spirituale di ogni musulmano, sottolinea innumerevoli volte i valori della libertà, dell’amore reciproco, della solidarietà, della difesa dei più poveri, della giustizia sociale: tutti valori che riscontriamo nella lotta della Resistenza contro il fascismo. L’Islam ci insegna a non tollerare l’ingiustizia e a combatterla con tutti i mezzi leciti a nostra disposizione, come la giurisprudenza islamica ci impone di perseguire, sulla base dei testi sacri, alcuni scopi superiori, i cosiddetti maqasid, in cui troviamo la libertà, l’integrità umana, la solidarietà tra i popoli, la giustizia sociale e tanti altri valori universali.
La barbarie nazifascista oggi sta trovando purtroppo nuovi spazi, travestita sotto nomi diversi; le nostre democrazie non sono salde come crediamo ed è necessario oggi più che mai vigilare e vegliare sulla memoria della lotta partigiana, darle nuova linfa di fronte ai “sovranismi”, spesso forme di fascismo camuffate. Ecco perché il 25 Aprile deve diventare anche per la comunità islamica italiana una data fondamentale in cui esprimere tutta la propria appartenenza a una comunità più ampia, una comunità nazionale, antifascista e antirazzista.
«E agite giustamente. Dio ama coloro che giudicano con equità» (Il Corano, 49-9). «O genti! Il vostro Dio è uno e il vostro antenato (Adamo) è uno. Un arabo non è migliore di un non arabo e un non arabo non è migliore di un arabo e una persona dalla pelle scura non è migliore di una persona di colore e una persona di colore non è migliore di una persona con la pelle scura, tranne nella devozione» (Hadith del Profeta Muhammad).