La lunga resistenza al fascismo e la guerra di Liberazione hanno lasciato a questo Paese una Repubblica e una Carta che detta regole e comportamenti. L’importanza di questa Carta sta anche nell’ampia e schietta discussione condotta dai rappresentanti dell’antifascismo democraticamente riuniti in Assembla Costituente. Essa tiene conto, in principal modo, dell’essere umano, dell’ambiente in cui esso vive e della pace; per quanto riguarda la pace la Carta non dice che l’Italia non vuole la guerra, ma afferma che l’Italia la guerra la ripudia! Questa Carta, che tanto dice sui valori umani, se rispettata fin dall’inizio avrebbe offerto validi esempi per il formarsi di una società più responsabile e attenta alla giustizia e ai diritti. Purtroppo in questi anni si è assistito a continui e tollerati rigurgiti fascisti. Tutto ciò riporta alla mia mente sgradevoli ricordi: un tempo, al nascere delle organizzazioni nazi fasciste, vi fu un “no” di tanti, che però venne soffocato dalla violenza. Il momento culminante di quelle dittature fu l’emanazione di una legge sulla razza che portò a un disgustoso e anti-umano epilogo.
Il comportamento di molti politici, mai come in questi ultimi anni, mi ha infastidito; anche la scarsa morale che si è incuneata nella sinistra politica mi ha nauseato e risvegliato tristi ricordi dal vissuto della mia lunga vita. Che lezione ci hanno dato le persecuzioni, l’esilio, le torture, la guerra, le infinite nefandezze, le ingiustizie che in quel primo quarto di secolo del ‘900 investirono l’Italia e l’Europa intera? Ricordo con il magone in gola coloro che pagarono con la vita: in questa schiera di sofferenti vi sono anche un indefinito numero di mogli e di madri di cui mai si è parlato a sufficienza. Sarebbe necessario meditare fortemente sul doloroso patrimonio di disumanità che ci portò al 1945. E sarebbe utile discutere con ampiezza e serio approfondimento i temi che nel dopoguerra hanno condizionato il nostro Paese a scegliere un determinato tipo di società, non confacente a ciò che la Costituzione insegna. Coloro che la scrissero, pur con posizioni e convinzioni diverse, tennero sempre al centro della discussione l’essere umano, sottolineando in 12 articoli i valori, i diritti e i doveri. È questo il grande punto di merito di quella esperienza, che le generazioni del recente passato e dell’oggi non hanno recepito. I politici di quella Costituente, quando più acuta erano la distinzione e la separazione fra impostazione filosofica, ideologica, politica, seppero convergere tra di loro e fare emergere in modo chiaro i valori che devono sempre avere al centro l’essere umano.
Quella che abbiamo è la Costituzione più perfetta di questo mondo, è una Carta di cui gli italiani dovrebbero andare fieri; un testo che dovrebbe essere messo al primo posto nell’insegnamento scolastico evidenziando, come esso afferma, i diritti naturali imprescindibili e sacri originari della persona umana. Per costruire la politica dello Stato in funzione di essa. La Costituzione è importante leggerla, studiarla e capirla, soprattutto, perché in essa vi è una parte che non sta scritta, ma che nasce da quel patrimonio di eroismo e di sofferenza cui ho accennato. Occorre avere la capacità di raccoglierne lo spirito. E ognuno di noi, quotidianamente, si deve sforzare di operare per il rispetto dei suoi valori.
di Gildo Bugni – partigiano Arno