Con profonda commozione apprendiamo della scomparsa di Giuliano Vassalli. Una grave perdita per l’intero Paese, per le sue istituzioni, per la sua cultura democratica.
Ricordiamo prima di tutto un galantuomo – qualità rara – discreto, generoso, che si prestava alle presenze e alle dichiarazioni pubbliche solo quando una particolare situazione di difficoltà per la tenuta democratica del Paese lo richiedeva. O per rimarcare la necessità di fare memoria in un momento in cui si tende a revisionare per fini non storiografici il percorso che ha portato l’Italia alla conquista della libertà. E ci preme ricordare a questo proposito il suo appassionato intervento in una Sala della Camera dei Deputati, nello scorso gennaio, contro la proposta di legge 1360 che pretendeva di equiparare i repubblichini di Salò ai partigiani.
Vassalli è stato un valoroso partigiano. Tra i capi delle formazioni socialiste a Roma, sostituì Pertini nella Giunta militare centrale del CLN. La sua battaglia per la libertà lo condusse all’arresto e alla sopportazione di indicibili torture nel famigerato carcere di Via Tasso. Il profondo senso del dovere nei confronti delle Istituzioni – alla cui crescita democratica ha contribuito rivestendo importanti incarichi, da Ministro a Presidente della Corte Costituzionale – gli derivava proprio dall’esperienza dura e formativa della Resistenza.
La nostra Repubblica perde uno dei suoi padri migliori, e auspichiamo che il suo esempio di impegno disinteressato e rettitudine morale viva per sempre, in special modo nel cuore delle nuove generazioni, la futura classe dirigente.
L’ANPI, di cui Vassalli è stato uno dei fondatori nel 1944, è vicina al dolore della famiglia e a quello di tutti gli italiani.
LA PRESIDENZA E LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI
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