Memoria e Antifascismo

Tornare a Sabbiuno 14-15/12/2019

By 29 Novembre 2019 No Comments

Il Sacrario ai Caduti di Sabbiuno si trova sulle prime colline di Bologna, sul crinale tra i fiumi Reno e Savena. L’emozione che si prova la prima volta che ci si va si ripresenta intatta tutte le volte successive, perché è un luogo che non smette mai di parlarci, tanto è evocativa la storia che racconta. È lì, infatti, sul ciglio del calanco, che sono stati fucilati decine e decine di partigiani e di antifascisti bolognesi ad opera di militari nazisti, massacro completato – se così si può dire – col successivo eccidio di San Ruffillo avvenuto un paio di mesi dopo. I loro corpi precipitavano giù e ne è stato possibile il recupero solo a Liberazione avvenuta. Per molti di loro non è stato nemmeno possibile il riconoscimento.

Le pietre con incisi i nomi, il muro con i mitra, il filo spinato rosso … e il silenzio che avvolge ogni cosa, ci costringono alla riflessione e al raccoglimento. La bellezza delle colline sommata alla potenza evocativa del monumento, uno dei più importanti della Resistenza realizzato ad opera di Letizia Gelli Mazzucato, ne fanno un luogo davvero speciale, unico. Un po’ di trascuratezza, forse, sommata all’inevitabile passare del tempo e all’altrettanto inevitabile dissesto idrogeologico del calanco, ci costringono ad assumerci un impegno e una dedizione maggiori.

Già lo scorso ottobre con Cuore e Memoria a Sabbiuno abbiamo avuto un’anteprima di cosa può diventare quel luogo se valorizzato al meglio. La giovane presidente del Comitato per le onoranze ai caduti, ha contagiato tutti con il suo entusiasmo e la sua determinazione, volti a fare del Sacrario un luogo del cuore dei bolognesi, provando a risvegliare in loro un forte senso di appartenenza e di affetto per quel luogo che, d’ora in poi, ospiterà eventi e iniziative culturali, oltre alle visite guidate con le scolaresche.

La celebrazione ufficiale del 15 dicembre, impreziosita dalla magica tromba di Paolo Fresu, e preceduta il 14 dall’incontro con Carlo Smuraglia, presidente emerito dell’ANPI, nella Rocca dei Bentivoglio di Bazzano vuole sottolineare, se mai ce ne fosse bisogno, l’importanza che quel luogo rappresenta per i bolognesi.

Ho voluto dedicare lo spazio del mio editoriale a Sabbiuno, non solo per ribadire l’impegno dell’ANPI provinciale nell’opera di valorizzazione del monumento intrapresa dal comitato ma anche, e soprattutto, per ricordare che se di alcune persone fucilate non conosciamo il nome, sappiamo invece perfettamente i nomi dei loro assassini: si chiamavano fascisti e nazisti. Troppo spesso e con troppa facilità si inneggia a quelle ideologie di morte e sopraffazione. Troppo spesso gesti orrendi vengono liquidati con superficialità. C’è un disperato bisogno di tornare a Sabbiuno per vedere, toccare, emozionarsi, riflettere. Perché ciò che è stato non torni mai più.

Anna Cocchi


Programma

sabato 14 dicembre ore 16.30

Aspettando Sabbiuno
Sala dei Giganti Rocca dei Bentivoglio
via Contessa Matilde, 10 Bazzano Valsamoggia
incontro con:

  • Sara Bonafè
    Presidente Comitato per le Onoranze ai Caduti di Sabbiuno
  • Pietro Ospitali
    ANPI Bazzano
  • Daniele Ruscigno
    Sindaco Comune di Valsamoggia
  • Carlo Smuraglia
    Presidente emerito ANPI nazionale

proiezione dell’audiovisivo
Da San Giovanni in Monte a Sabbiuno di Sauro Ventura
canzoni della Resistenza con il Coro I giovani di una volta
rinfresco

domenica 15 dicembre 2019

Commemorazione del l’Eccidio di Sabbiuno

ore 10.15 ritrovo al Sacrario via Pieve del Pino Sabbiuno (Bologna)
ore 10.20 arrivo della camminata podistica a cura del G.S. Fiacca e Debolezza
ore 10.30 benedizione del monumento e deposizione delle corone.

Interverranno:

  • Anna Cocchi
    Presidente ANPI Provinciale Bologna
  • Sara Bonafè
    Presidente del Comitato per le Onoranze ai Caduti di Sabbiuno
  • Giovanni Maria Flick
    Presidente emerito della Corte Costituzionale
  • Il Presidente della Regione Emilia Romagna

La cerimonia sarà accompagnata dalla musica del Corpo bandistico di San Lazzaro di
Savena, dalle canzoni della Resistenza del Coro I Bruschi e da Paolo Fresu con la sua tromba