Sabato scorso 25 settembre 2010 un cittadino ha informato l’Anpi che la lapide posata in piazza dell’Unità nel novembre 2009, nel luogo dove il 15 novembre 1944 avvenne la battaglia della Bolognina, è stata nuovamente imbrattata. Una nuova scritta ad ingiuriare i caduti in combattimento contro i nazifascisti ed i partigiani della Bolognina, vittime delle torture e delle fucilazioni fasciste al “Poligono di tiro” di via Agucchi.
Sono stati nuovamente colpiti in modo spregevole i combattenti per la libertà e la loro memoria. É ben triste constatare che la storia non abbia insegnato il rispetto della Resistenza a coloro i quali, nati ben oltre il 25 aprile del 1945, ora vivono in libertà e -facendo un uso distorto di tale diritto- vilipendono chi ha dato la propria vita per la libertà di tutti gli italiani. É ancor più triste constatare che a Bologna esiste, anzi si espande pericolosamente, un ulteriore tipo di imbrattamento della città, vergognoso e spregevole che ben poco risparmia: nemmeno la pietà dovuta ai morti.
In poco tempo nella zona Bolognina del Quartiere Navile per ben cinque volte sono state prese di mira le lapidi ed i simboli della lotta al nazifascismo. Non è trascorso un anno dalla scopertura e per due volte ignoti hanno scritto in modo ingiurioso e minaccioso contro i morti di piazza dell’Unità. Nel febbraio scorso è stata strappata la corona di alloro in via Di Vincenzo angolo Tibaldi, collocata sulla lapide che ricorda due fucilati dai fascisti nel 1944: Bruno Monterumici e Vasco Mattioli. Dopo l’asportazione della Fiamma del Carabiniere dalla lapide che a Caserme Rosse ricorda i carabinieri e gli ebrei romani deportati nell’ottobre del 1943 dai tedeschi, è stata sottratta una delle corone posate nel febbraio scorso. Questo susseguirsi di atti contro la memoria delle vittime antifasciste, di partigiani, ebrei e carabinieri ci rattrista molto, perché è il segno che la civiltà del nostro Paese sta velocemente arretrando, senza che dalla società civile si alzi un adeguato moto di sdegno e riprovazione.
Il Presidente William Michelini