Memoria e Antifascismo

Un’eredità di più di 100 mila euro per i viaggi scolastici nei campi di sterminio. Una decisione politica per contrastare i tentativi di riscrittura della storia

By 15 Ottobre 2025 No Comments

C O M U N I C A T O S T A M P A

Un’eredità di più di 100 mila euro per i viaggi scolastici nei campi di sterminio. Una decisione politica per contrastare i tentativi di riscrittura della storia

 

Armando Gasiani classe 1927, ha militato nella 63esima brigata Bolero Garibaldi attiva ad Anzola Emilia. Il 5 dicembre 1944 assieme al fratello Serafino, classe 1920, e ad altre centinaia di persone, venne rastrellato ad Amola e rinchiuso nella chiesa trasformata in luogo di tortura. Dopo essere stato interrogato e torturato, fu imprigionato nel carcere di San Giovanni in Monte da cui fu prelevato il 23 dicembre per essere deportato, prima nel campo di concentramento di Bolzano ed in seguito in quello di Mauthausen, dove rimase fino al 6 maggio 1945 e dove invece morì il fratello.

Tornato in Italia non volle mai parlare della sua terribile esperienza perché pensava che non sarebbe stato creduto, finché la visione del film La vita è bella non gli fece cambiare idea. Se credono a Roberto Benigni che non c’è stato, crederanno anche a me, diceva. Da allora e fino a quando la salute glielo ha permesso, ha portato nelle scuole di tutta Italia il prezioso valore della sua testimonianza.

Alla morte ha voluto che la sua eredità, una somma che supera i centomila euro, fosse destinata all’Anpi provinciale di Bologna.

Abbiamo deciso, ha dichiarato la presidente Anna Cocchi, di utilizzare questa somma per finanziare viaggi di studio per le scolaresche nei campi di concentramento e sterminio. Una decisione presa, non solo per onorare la memoria del nostro caro Armando, ma anche per dare un chiaro segnale politico a chi, con importanti responsabilità di governo, ritiene che si tratti solo di gite, e che la storia possa essere riscritta negando l’evidenza dei fatti. Ha ragione chi sostiene che “La memoria della verità storica fa male solo a chi conserva scheletri negli armadi”.

Riteniamo, ha proseguito Cocchi, che di fronte ai troppi tentativi di riscrittura della storia, vedere e toccare in prima persona, emozionarsi e commuoversi, può far comprendere ai più giovani cosa è stato l’orrore, cosa abbia comportato la nefasta ideologia di morte nazifascista.

Le parole mai più che sono state pronunciate tante volte, hanno perso di significato di fronte alle atrocità dell’attualità. Abbiamo bisogno di giovani e di ragazze consapevoli e capaci di far diventare le parole Libertà e Democrazia un loro patrimonio personale per il quale valga la pena battersi.

 

Bologna, 15 ottobre 2025