Archivio

NOTAZIONI DEL PRESIDENTE NAZIONALE ANPI CARLO SMURAGLIA:

By 10 Luglio 2012 No Comments

Alcune riflessioni preoccupate su uno spettacolo della politica che non
promette nulla di buono.

Presidente ANPI Nazionale Carlo Smuraglia

Il quadro di questi giorni e di queste settimane offre molti spunti di riflessione critica; sono
molte le cose che non si capiscono e tante quelle che si capiscono fin troppo. Di certo c’è che
lo spettacolo non è edificante e non promette nulla di buono. Ma andiamo per ordine:

1. Si parla molto di spending review e già la definizione riesce a irritarmi. Che
bisogno c’è di una espressione inglese se ne abbiamo una assolutamente
equivalente in italiano (revisione della spesa)? Non è che col termine inglese
vogliono rendere misteriosa e accettabile qualcosa che non lo è, che non
riusciamo a capire fino in fondo, che alla fine ci appare talora perfino
contraddittoria? O forse preferiscono che non capiamo fino in fondo.
Di per sé, rivedere e controllare la spesa può essere un sistema positivo; tant’è che anche in
famiglia lo si fa spesso nei momenti di emergenza, ma cercando di razionalizzare, sulla base
di criteri sicuri.
Nel nostro caso c’è, senza dubbio, lo sforzo di razionalizzare e dunque spendere
meno, e questo va apprezzato, soprattutto se significa eliminare gli sprechi. Ma
perché i tagli assumono un carattere lineare e si concentrano sul pubblico
impiego e su materie delicate come il sistema sanitario? Perché tagli così modesti
sul sistema militare?
Ma poi, la razionalità dove va a finire quando si fanno tagli sull’Università, nel
momento in cui si dovrebbe sviluppare la ricerca, e contemporaneamente, si
aumentano (duecento milioni) i contributi per le scuole non statali? Questo è
davvero difficile capirlo proprio sul piano della razionalità, ma anche dell’equità e
del senso di giustizia: che fra tanti “meno” ci sia un solo “più”, in quella specifica
direzione, fa veramente restare quanto meno colpiti e preoccupati.
Ma incomprensibili sono anche i tagli alle spese per riparare i danni dall’uso
dell’uranio impoverito; davvero è socialmente giusto privare del necessario
risarcimento (che vuol dire anche cura, in qualche caso salvezza) i numerosi
militari che sono stati colpiti da forme tumorali? Ha senso risparmiare proprio su
di loro? Non ci sono davvero altre fonti e altri rimedi?
In realtà, c’è una questione di fondo. Si dice che i tagli servono per evitare di applicare un
altro aumento all’IVA; ma colpendo gli statali, non si fa certo un favore ai consumi. Ma poi
davvero non ci sono altre soluzioni oltre quella dei tagli lineari? Non voglio tornare ancora
una volta sulla patrimoniale, ma come si fa a non pensare a questo rimedio (che sembra un
vero tabù, intoccabile) che non provocherebbe alcun danno ed alcun sacrificio se non ad
alcuni soggetti pacificamente abbienti? Sono interrogativi che non trovano, almeno per me,
alcuna risposta. Vedo che i sindacati sono sul piano di guerra e mi pare che, dal loro
punto di vista, questo sia giustissimo. I partiti come sempre, mi sembrano sempre
più incerti e poco propensi a indicare alternative serie. Così finiremo per
trasformare la revisione della spesa in un’altra operazione di rigore, pochissimo
accompagnata dall’equità (presente, solo in parte, nella presa in considerazione di
un certo numero di “esodati” in più rispetto a quelli calcolati in precedenza, in
modo peraltro non esaustivo dell’intera problematica, su cui tanto si è discusso e
si discute).

2. Nel frattempo, non si sa bene che fine abbia fatto il progetto “Passera” di investimenti e
rilancio della produttività, incremento delle opportunità di lavoro ecc.; insomma il progetto
che doveva finalmente aprire la strada alla svolta verso la crescita e lo sviluppo.
Questo progetto, regolarmente presentato al Consiglio dei ministri e subito
ritirato forse per alcune necessarie “riparazioni”, deve esistere da qualche parte,
ma è come l’Araba fenice: “che ci sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa”.
Purtroppo, dell’Araba fenice potremmo anche fare a meno, ma di un progetto di sviluppo
assolutamente no. E’ tempo, forse, che fra tante chiacchiere e tante promesse, si torni a
parlarne, a dirci con chiarezza di cosa si tratta, a discuterne nel Governo e in Parlamento.
Altrimenti resteremo ancora una volta ancorati alle misure di rigore, comunque le si voglia
concretamente definire.

3. Uno spettacolo inverecondo e scandaloso è quello della Rai, in cui per giorni e
giorni si è votato senza risultati perché c’era chi ostacolava il voto, pretendendo
di garantirsi una Rai – TV “docile” nell’imminente periodo elettorale, e non badava
a metodi e sistemi anche spericolati, pur di arrivare alla conclusione voluta. Ed è
accaduto l’incredibile, in una vicenda di per sé gravissima: l’intervento della
seconda carica dello Stato in una questione squisitamente politica, anzi
addirittura partitica. Davvero, questo appare troppo, persino a chi è abituato a
vederne di tutti i colori. Che attorno all’organo di comunicazione e informazione pubblica
si concentrino manovre vergognose, è già molto grave; ma che nella partita entri anche
l’arbitro è ancora più sorprendente. Adesso che la vicenda è conclusa, e non nel modo
auspicabile, resta da vedere cosa succederà quando il C.D.A. dovrà nominare Presidente e
Direttore Generale. Non si escludono sorprese e colpi di scena; ed anche questo, davvero, è
tutt’altro che esaltante, soprattutto perché, giustamente, si vorrebbe una Rai finalmente
sottratta ai giochi di partito.

4. In tema di riforme costituzionali, di cui si parla tanto, forse per non parlare dell’esigenza
vera, che è quella di una sollecita e radicale riforma della legge elettorale, è puntualmente
ricomparsa l’idea della Costituente, di per sé poco accettabile e poco spiegabile;
ma lo sconcerto è giunto al massimo quando si è ritenuto, da parte di alcuni, di
contrapporre l’idea di una Commissione redigente, composta da non
parlamentari, che prepari un progetto e lo consegni al Parlamento, che dovrebbe
approvare i singoli articoli o bocciarli, senza emendamenti.
Per me, con tutto il rispetto per i proponenti e i sostenitori di queste proposte,
siamo al di fuori della razionalità.
Anzitutto, una Costituente e una Commissione redigente potrebbero essere forse degne di
considerazione solo se ci fosse un corpo piuttosto consistente di riforme da apportare alla
Costituzione vigente. Ma dov’è questa necessità e di che cosa stiamo parlando? Non
lo dico per conservatorismo, ma perché non riesco ad intravedere se non
pochissime misure, che non richiederebbero affatto simili apparati. La
Costituzione è una cosa delicata e da trattare con cura e attenzione; le modifiche
vanno fatte solo quando sono necessarie, non per le esigenze o le pretese di
questo o quel partito, ma nell’interesse della collettività. E quest’ultima,
francamente non la vedo premere per creare un sistema corposo di modifiche,
tale da richiedere appartati appositi e complessi organismi.
Ma poi, perché, oggi, la “Costituente”, che fu necessaria in un momento particolare della vita
nazionale tanto che dovette accollarsi, se pure per un periodo non lungo, anche le
attribuzioni ordinarie di un organo Parlamentare? Non c’è possibilità alcuna di raffronto tra la
situazione del 1946 e quella di oggi, nella quale non esiste una vera “emergenza”
Costituzionale.
Quanto alla proposta di una Commissione “esterna”, essa appare ancora più
inaccettabile perché significherebbe togliere al Parlamento una delle sue
principali prerogative, in favore di alcuni illustri signori (chissà come individuati,
visto che per eleggere i componenti del Consiglio di amministrazione della Rai ci
sono volute settimane), il cui parere sarebbe, peraltro, pressoché vincolante,
perché a questo si riduce il sistema escogitato di “prendere o lasciare”, senza
neppure la possibilità di presentare emendamenti.
Ma poi, ci si rende conto che il sistema della revisione della Costituzione è analiticamente
disciplinato dalla Costituzione con l’art. 138, che indica l’unico sistema valido, rispettoso delle
prerogative del Parlamento e degli stessi princìpi ispiratori della Carta Costituzionale? Già il
cercare surrogati è un’opera sterile e giuridicamente negativa; ma in più ci sono surrogati
particolarmente ostici, di fronte ai quali credo che i legislatori della vecchia Costituente si
rivolterebbero nella tomba.
Ma tant’è: anche a questo dobbiamo assistere; ma il mio pensiero va soprattutto al
cittadino, cercando di immaginare cosa ne pensa e come partecipa a queste
elucubrazioni; e anche questo mi sembra grave, visto che si parla tanto di
partecipazione e sicuramente essa è richiesta al massimo livello, proprio quando
si parla di metter mano alla Costituzione, posto che dovrebbe essere pacifico che
nessuna riforma seria può essere consentita se non accompagnata da una
approfondita discussione nell’intero Paese. Della quale, stranamente, nessuno
parla.
Potrei andare avanti ancora a lungo su queste tematiche, ma temo che la preoccupazione
potrebbe degenerare nello sconforto. Ed allora meglio fermarsi qui ed attrezzarsi per reagire
alle tante (troppe) cose che non vanno, per cercare di tornare finalmente alla buona e
comprensibile politica; che è l’obbiettivo per il quale tutti ci battiamo e dobbiamo
batterci con fiducia e speranza e che è l’unica vera ragione per la quale val la pena
di superare lo sconcerto.

► Consegnato già il pezzo per ANPInews, sono sopravvenute due novità: una
lunga riunione del Consiglio dei Ministri ed una importante sentenza della Corte di
Cassazione sui fatti del G8 di Genova
La riunione del Consiglio dei Ministri, conclusa a tardissima notte, ha apportato alcune
modifiche alla bozza originaria della revisione di spesa. Le notizie di cui si dispone non sono
particolarmente precise; peraltro prendiamo atto che è stato eliminato il “prelievo”
sull’Università ed è stato ridotto (ma non eliminato) il contributo alle scuola private. Ci sono
anche altre misure su cui occorre fare un approfondimento e che andranno vagliate con
calma. Ma l’impianto generale resta e permangono le osservazioni critiche che, sul
complesso, ho formulato nella prima parte delle presenti note. Valuteremo poi,
con attenzione, le ulteriori eventuali novità, i commenti e le reazioni.
L’altra novità è costituita dalla sentenza della Corte di Cassazione sui fatti del G8 di Genova,
che ha confermato la sentenza della Corte d’appello e dunque la condanna e,
sostanzialmente, l’impianto accusatorio. Di questo siamo, ovviamente, soddisfatti,
perché almeno una parte della verità è stata acquisita in modo definitivo, su una
vicenda di estrema gravità. Resta, purtroppo, il fatto che sulle lesioni gravi (i
“pestaggi”) è caduta la falcidia della prescrizione e non si sono potuti applicare
reati esistenti in altri Paesi, ma non nel nostro. Adesso, spetta al Governo dare
esecuzione alle misure di interdizione dai pubblici uffici, pure confermate dalla Corte di
Cassazione.
Ma su tutto questo sarà il caso di tornare con più calma, specialmente quando saranno note
le motivazioni dell’importante sentenza e quando sarà più matura la riflessione sull’intera
vicenda. Resta, comunque, l’amarezza per le improvvide promozioni effettuate nei
confronti di alcuni responsabili, durante il procedimento penale e, più ancora per
il fatto che non siano state acclarate tutte le responsabilità, comprese quelle
politiche.

Leave a Reply