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Democrazia in sofferenza massima vigilanza

By 6 Giugno 2010 No Comments

Settori sempre più ampi dell’opinione pubblica stanno avvertendo l’avanzare di una situazione anomala in Italia, rispetto al panorama dei paesi democratici. È ormai evidente che l’attacco alle libertà garantite dalla Costituzione repubblicana non è più, come si usa dire, strisciante. I tentativi sono palesi. Prova ne siano, ultimamente, quelli di mettere il bavaglio agli organi di informazione, le rappresaglie nei confronti di giornalisti della televisione pubblica, i minacciosi provvedimenti nei confronti di operatori dell’informazione e degli stessi editori (passando dall’eliminazione delle agevolazioni postali che penalizza anche la stampa no profit), il ricorso da parte del governo di centrodestra al voto di fiducia in Parlamento, tale da impedire il vitale confronto di idee e di proposte nella dialettica fra i gruppi politici rappresentati.

Addirittura si è giunti alle obbrobriose circolari – con tanto di imprimatur ministeriale – emesse da dirigenti scolastici per impedire agli insegnanti, singoli e collettivamente, di parlare con i giornalisti, di rispondere a loro domande – anche in spazi esterni – che abbiano attinenza con le difficoltà in cui si dibatte la scuola, con la politica governativa in tale delicatissimo ganglio della vita del paese. È un’autentica censura. Così come sono reiterati i tentativi di ridurre al silenzio la magistratura (negandole, poi, le risorse per ammodernare il sistema giudiziario privandolo dello strumento essenziale delle intercettazioni telefoniche), si punta ad insidiare i diritti del mondo del lavoro, invalidando il famoso articolo 18 e la contrattazione collettiva.

Nel contempo si manifestano aspetti crescenti dell’immoralità a vari livelli, compresi quelli di stampo governativo; di malaffare; della scandalosa evasione fiscale che ha dimensioni macroscopiche.

La “cricca” affiora in ogni dove. A tutto ciò occorre che la risposta – che pure si esprime da parte di categorie di lavoratori e di organizzazioni politiche e della società civile – aumenti di intensità e qualità. Non è tollerabile che l’attacco antidemocratico (“gli elettori ci hanno premiato, possiamo anche fare a meno dell’opposizione”) raggiunga i suoi scopi.

Gli ex partigiani, gli antifascisti, da sempre sensibili antenne della democrazia, mettono la loro forza a disposizione dello schieramento in difesa delle conquiste ottenute a prezzo di sacrifici e sangue. Ci rivolgiamo in particolare ai giovani che spesso, vanamente, cercano un lavoro soddisfacente e duraturo, a vincere la sfiducia, a far parte, dell’ampio movimento rinnovatore.

La loro energia è fondamentale.

L’ANPI, per quel che le compete, ha aperto spazi utili.

[Editoriale sul numero 3/2010 della rivista Resistenza]

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