Presentazione del Graphic Novel – Renata Viganò Con Parole Sue
Mercoledì 6 febbraio 2019 – ore 17
Bologna – Biblioteca dell’Archiginnasio – Sala Stabat Mater – Piazza Galvani 1
si presenta
RENATA VIGANÒ CON PAROLE SUE
un graphic novel di:
Claudia Alvisi, Tiziana Roversi (organizzazione dei testi e curatela)
Alessandro Battara (colori e grafica)
Matteo Matteucci (disegni)
Minerva editore
Saluti
Matteo Lepore, Assessore alla Cultura Comune di Bologna
Anna Cocchi, Presidente ANPI Bologna
Intervengono
Antonio Faeti, fondatore della cattedra di Storia della Letteratura per ragazzi Università di Bologna
Beatrice Borghi, docente di Didattica della Storia Università di Bologna
Coordina Fernando Pellerano, giornalista
La presentazione è organizzata da Biblioteca dell’Archiginnasio, Fondazione Gramsci Bologna, ANPI Bologna, con l’aiuto di Istituzione Biblioteche, Centro delle donne Biblioteca italiana delle donne, Istituto Parri, Festa della Storia, Liceo Galvani e con il patrocinio del Comune di Bologna – Cultura e Liberazione
La biografia illustrata di Renata Viganò inizia nel 1900 in una famiglia benestante della Bologna liberty. A causa del tracollo familiare deve abbandonare l’amato liceo Galvani e il sogno di diventare medico. Negli anni Venti è una giovane donna sola al mondo che sceglie di spendere le ultime risorse in una piccola casa tutta per sé in via Mascarella. Incontra Antonio Meluschi, amore e compagno della vita, come lei antifascista. Abiteranno quasi per sempre nella “prodigiosa casina” di via Mascarella, come la definì Marino Moretti, dove amavano ritrovarsi partigiani e intellettuali come Roberto Roversi e Pierpaolo Pasolini, Ezio Raimondi e Luciano Bergonzini, Ardigò, D’Agata, Faeti… Dopo l’8 settembre e i bombardamenti su Bologna, Renata va partigiana nelle Valli di Comacchio con il “bambino per mano e la rivoltella nella borsa” e combatte la sua Resistenza con il nome di “Contessa”. Al ritorno scrive L’Agnese va a morire, “tra i migliori romanzi partigiani che ho letto” le scrive Natalia Ginzburg, e poi, dopo l’enorme successo ottenuto, in breve, in 14 paesi, diventa giornalista per l’Unità, Noi donne, Rinascita, Il Ponte di Calamandrei e ancora altre testate di sinistra. Scrive di bambini rinchiusi nel brefotrofio, di operai uccisi, della dura condizione di lavoro delle mondine e soprattutto di partigiane e partigiani. Non cessando mai di invocare la pace a chiare lettere. Nella sua biografia di militante, conservata presso la Fondazione Gramsci di Bologna, dichiara di appartenere all’associazione dei Partigiani della Pace. Nel 1960, quando fu necessario reagire contro chi stava negando le stragi naziste, scrisse la poesia “I bambini di Marzabotto”. Dedicato alle partigiane bolognesi scrisse Donne della Resistenza “128 nomi da tenere nel cuore”. Suo il verso che ha ispirato uno spettacolo di Dario Fo e altri dopo di lui:
Ma io vorrei morire stasera,
e che voi tutti moriste
col viso nella paglia marcia,
se dovessi un giorno pensare
che tutto questo fu fatto per niente.