Si chiude un anno difficile, il 2010, tra fibrillazioni politiche e sempre meno risorse per le associazioni. Come sta l’ANPI? Ne parliamo con il Presidente William Michelini.
Il riscontro che arriva dalla partecipazione dei cittadini agli appuntamenti è stato ottimo. Sia il 21 aprile sia il 25 aprile, in piazza c’erano migliaia di persone a testimoniare quanto sia integro e vivo il legame tra la gente con la Resistenza. Così è stato per le visite ai campi di concentramento, i ricordi ai cippi dei caduaderenti, i convegni. E anche per le cerimonie degli eccidi, ad esempio a Casalecchio e Sabbiuno. C’è un sentimento molto forte e ancora diffuso ma va coltivato anche nelle nuove generazioni.
Che restano sempre tra gli interlocutori privilegiati delle vostre iniziative.
Infatti come ogni anno sono proseguiti le visite e i concorsi nelle scuole primarie e superiori che si basano su lavori di ricerca fatti dai ragazzi che ogni anno devono sviluppare un tema riferito a più ampi aspetti della memoria resistenziale. Toccando ambiti anche come la ricostruzione del dopoguerra: così con il raccogliere ricordi e informazioni tra i nonni e i genitori si sviluppano momenti anche di storia locale. Questo succede soprattutto nei Comuni della provincia dove tra l’altro la Resistenza bolognese fu protagonista di episodi e azioni memorabili.
Dicembre è stato il mese della rabbia degli studenti. In tanti anche a Bologna sono scesi in piazza.
Gli studenti hanno mille ragioni per protestare ma devono stare attenti alle provocazioni. Devono capire che i saccheggi o le violenze allontanano i cittadini da una protesta che invece è giusta. Mi piace sempre ricordare che a noi, ai tempi della clandestinità, ci era ordinato di fare le scritte contro la guerra e il fascismo sull’asfalto ed evitare così di sporcare i muri delle case per non fare arrabbiare la gente. Sono cose che vanno tenute in conto: bisogna allargare il fronte della protesta, non rinchiudersi e isolarsi con atti non condivisi dagli altri. Avere forza ma anche intelligenza. La manifestazione del 22 dicembre a Roma è andata meglio, ora ci sarà da continuare ma restando su quella linea di condotta.
Intanto sono arrivate proposte e dichiarazioni dalla Destra che invece alimentano un clima di scontro. Si è tornati a parlare di arresti preventivi, non si sentiva dai tempi del Fascismo in Italia. Che ne pensa?
Fare gli arresti preventivi è un’operazione prettamente fascista, non avrei altri aggettivi da trovare. Succedeva ai tempi del regime: quando Benito Mussolini veniva a Bologna, a centinaia gli antifascisti schedati venivano preventivamente rinchiusi in carcere nei giorni immediatamente precedenti. Ho sentito dare degli assassini ai manifestanti. Ci sono tracce di fascismo nelle teste di alcuni ministri.
Parliamo di numeri. Come sta andando il tesseramento e il dibattito?
Stando ai dati riferiti a fine novembre dell’anno appena concluso, gli aderenti sono complessivamente oltre 6200. Decisamente interessanti sono i dati dei nuovi iscritti. abbiamo portato nella nostra organizzazione 1.019 antifascisti, di cui 547 uomini e 472 donne. Ottantanove sono ragazzi dai 18 a ai 25 anni e 266 le altre persone sotto i 40 anni. Vengono da tutti gli strati sociali della società, dall’artigiano all’imprenditore, dallo studente all’operaio, dal medico all’insegnante. Sono forze giovani e capaci e penso che ad esempio tra loro, magari tra chi ha una certa esperienza di direzione e coordinamento all’interno della sua professione, possa rappresentare a breve il nerbo della nuova dirigenza dell’ANPI. Il nostro futuro è tutto da discutere anche per via di una sempre maggiore debolezza finanziaria dovuta alle mancate risorse che ci spettano da parte delle istituzioni pubbliche, principalmente dal governo; parliamo di un 75% in meno. C’è un tentativo di affossare così associazioni come l’ANPI. Noi sentiamo molta fiducia in chi si iscrive all’ANPI, ma non siamo l’ombelico del mondo, sono i partiti che devono fare le scelte politiche.
Si apre il 2011 e per Bologna sarà un ritorno alla normalità con le elezioni del sindaco. Come affronterete questa fase?
Innanzitutto vorremmo sottolineare la correttezza di rapporti tra noi e il commissario straordinario in Comune Anna Maria Cancellieri, un buon rapporto che ci ha consentito anche di veder accettato completamente tutto il nostro programma di celebrazioni per il 2011. Sulle primarie del centrosinistra come ANPI non prenderemo posizione a favore di nessun candidato, ma siamo pronti a discutere i rispettivi programmi qualora essi volessero presentarcelo. Non abbiamo intenzione invece di confrontarci con il PDL di Berlusconi.
Ma ai candidati prima e al prossimo sindaco poi, cosa chiederà l’ANPI?
Di essere più vicino ai problemi veri della città. Credo che certe condizioni storiche siano irripetibili. Noi vivemmo un periodo dove fu altissima la partecipazione popolare a ricostruire una città distrutta. Nacque così quel senso di coinvolgimento alla crescita della città, a contribuire ad una migliore qualità della vita: penso alle tante Case del Popolo costruite dai lavoratori nel loro tempo libero. Oggi sentiamo una sorta di menefreghismo diffuso, una meno clamorosa, o addirittura una mancata partecipazione popolare alla vita della città. La nostra speranza allora è che la nuova Amministrazione sappia dare una spinta soprattutto in questo senso: riprendere un contatto vero con i problemi dei cittadini: dal traffico, alla casa, alle nuove povertà, all’occupazione con particolare riferimento ai giovani, all’incoraggiamento allo sviluppo di imprenditoria avanzata, e saper poi così coinvolgere maggiormente tutti.
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