Care amiche,
vi scrivo a nome mio personale e di tutta l’Anpi provinciale di Bologna per ricordarvi una data importate: il 1° febbraio 1945.
A quel tempo l’Italia non è ancora del tutto libera, perché lo diventi bisognerà aspettare la primavera ma il Consiglio dei ministri prende una decisione importante: concedere il voto alle donne. Per la prima volta nel nostro Paese alle donne viene riconosciuto il diritto / dovere di voto. Possono eleggere ed essere elette, non era mai accaduto prima. D’altra parte, le donne avevano contribuito in tanti modi alla Liberazione dell’Italia organizzando scioperi, redigendo volantini, manifestando per la pace e per il pane, accudito feriti, nascosto soldati, consegnato messaggi, trasportando armi, sostituendo gli uomini nelle fabbriche e nella pubblica amministrazione. Nonostante evidenti preoccupazioni da parte di tanti politici, questo gesto non era più rinviabile. Le donne erano state parte attiva e determinante per la tenuta del Paese nei lunghi anni della guerra, ora avrebbero contribuito a pieno titolo alla sua ricostruzione ed alla rinascita democratica.
Le donne hanno potuto esercitare così il loro diritto, prima alle elezioni amministrative del marzo 1946 e successivamente al referendum tra monarchia e repubblica del 2 giugno che rappresenta lo spartiacque della vita democratica del nostro Paese.
Non solo. Le nostre care partigiane hanno combattuto una doppia battaglia partecipando alla Resistenza. Da un lato si sono battute, anche a costo della vita, per la Liberazione dal nazifascismo, con quel di più di rischio legato all’uso che si è fatto e che si continua a fare del corpo delle donne in tempo di guerra. Contemporaneamente avevano bene in mente anche un’altra battaglia, quella contro il sistema patriarcale e oppressivo che aveva segnato le loro vite fino ad allora.
Molta strada è stata fatta da allora e molta ne resta ancora da percorrere se si pensa alla disparità di salari, di accesso a posti di responsabilità nel lavoro, nell’essere ancora costrette a scegliere tra famiglia e carriera, alla tragica piaga dei femminicidi spesso motivati dalla non accettazione da parte di compagni o ex di decisioni autonome. E l’elenco, purtroppo, potrebbe continuare.
Vi scrivo perché niente va dato per scontato, basta alzare un poco lo sguardo per vedere la condizione della donna in Paesi non così lontani dal nostro oppure fermarci un attimo a riflettere sul pericolo che diritti acquisiti al prezzo di battaglie importanti, vengano messi in discussione. Niente è conquistato una volta per tutte.
Per questo, care amiche, esercitiamolo questo nostro diritto. Molte cose non vanno, molte sarebbero da migliorare, il voto rappresenta uno strumento potentissimo per continuare ad essere protagoniste dalla vita del nostro Paese.
Senza dimenticare che un Paese migliore per le donne è un Paese migliore per tutti.
Un caro saluto
Anna Cocchi
Presidente Anpi provinciale Bologna