CONFERENZA NAZIONALE DELLE DONNE DELL’ANPI
Roma, lunedì 18 maggio – ore 9.30/18 – Centro Congressi, Via dei Frentani 4
Nel solco della memoria di una Resistenza generosa e coraggiosa, l’impegno di oggi: diritti negati, ronde, respingimenti, scuola…
Introdurrà: Eletta Bertani
Interverranno insieme alle partigiane e giovani antifasciste:
Rosa Calipari, Lidia Campagnano, Carla Cantone, Armando Cossutta, Luciano Guerzoni, Lidia Menapace, Patrizia Sentinelli, Livia Turco
Sono state invitate a partecipare, tra le altre: Rosy Bindi, Emma Bonino, Liliana Cavani, Fernanda Contri, Piera Degli Esposti, Carla Fracci, Monica Guerritore, Margherita Hack, Rosa Russo Jervolino, Miriam Mafai, Rita Levi Montalcini, Marisa Rodano
“Abbiamo voluto questa Conferenza Nazionale perché in un momento così grave della vita del Paese non può mancare la voce, la presenza, l’impegno, il punto di vista delle donne, ed in particolare delle donne dell’ANPI”.
Così, partigiane e antifasciste si ritroveranno da tutta Italia, il 18 maggio, un po’ per contarsi, un po’ per fare il punto sul presente e lanciare un futuro a misura di libertà e diritti. Non parole, dunque, ma piattaforme di un lavoro da iniziare subito.
“Ci preme ribadire che il progetto che proponiamo non vuole avere nulla di celebrativo, di retorico, di rivendicativo, ma è una operazione politica e culturale che si propone di rafforzare l’influenza dell’ANPI tra le cittadine italiane, di ricostruire tra di loro reti di relazione e di solidarietà, di sollecitare lo sviluppo di movimenti autonomi e partecipati, consolidando così, anche attraverso un nuovo protagonismo delle donne, le basi della nostra democrazia”. E’ la conclusione del documento che le donne dell’ANPI hanno approntato per questa Conferenza. Con la concretezza, la costanza, la capacità di mobilitare sogni che le contraddistinguono.
Da sempre.
Fin da quando hanno combattuto con gli uomini nelle formazioni partigiane, organizzato e gestito le case di latitanza, nascosto e sfamato i soldati sbandati dopo l’otto settembre ’43, partecipato alle manifestazioni di massa per il pane, per la liberazione dei loro uomini in carcere, per la fine della guerra, “resistendo” in mille forme diverse e pagando duramente, non dimentichiamolo mai, per le rappresaglie, le stragi, le deportazioni.
E negli anni successivi, con la conquista del voto, con l’organizzazione dei convitti scuola, dei primi asili, dei doposcuola, con l’attivazione dei servizi di base, con l’assistenza e l’aiuto alle famiglie più povere, con le battaglie per avere l’acqua, le case, le scuole; e poi nelle lotte delle lavoratrici per il lavoro, per la parità salariale, per la tutela della maternità, per il riconoscimento del lavoro delle mezzadre e delle contadine, per la pensione alle casalinghe.
Artefici, queste donne, della prima “rivoluzione pacifica” del Novecento… e di quella di domani. C’è da crederlo.