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160 dopo l’unità d’Italia, che abbiamo celebrato pochi giorni fa, il Paese è chiamato ad un nuovo Risorgimento.

By 30 Marzo 2021 No Comments

160 dopo l’unità d’Italia, che abbiamo celebrato pochi giorni fa, il Paese è chiamato ad un nuovo Risorgimento. Sono venuti al pettine nodi che da tempo si erano intrecciati.

1. Urgono interventi d’emergenza per salvare dalla rovina i lavoratori non tutelati, donne ed uomini che hanno perso il lavoro da un giorno all’altro e che da tempo non hanno più un reddito. Occorre un piano strategico per risollevare dalla povertà assoluta oltre cinque milioni e mezzo di persone. È positiva la proroga della cassa integrazione e del blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno. Ma cosa succederà dal giorno dopo? I finanziamenti europei devono essere utilizzati in primo luogo per l’innovazione, la transizione ecologica, la ricerca, la sanità pubblica, la scuola, ponendo però sempre come assoluta priorità le soluzioni al dramma sociale che si sta consumando da un anno e che, in mancanza di adeguati interventi, tenderà a peggiorare. Non devono esistere privilegi verso gruppi industriali più potenti o territori più forti. Occorre utilizzare questo straordinario flusso finanziario per avviare un modello di sviluppo che sia davvero nuovo e per colmare la distanza fra sud e nord e reagire alle disuguaglianze in aumento. L’art. 3 della Costituzione deve essere ispirazione e guida delle scelte in materia economica e sociale.

2. Su scala mondiale ad oggi sono più di 2.700.000 i morti per la pandemia. I vaccini dovrebbero essere il primo bene comune da tutelare. Invece stiamo assistendo ad una speculazione di dimensioni planetarie da parte di un ristretto gruppo di multinazionali, Big Pharma, che è alla radice delle difficoltà nella distribuzione dei vaccini in Europa, aggravata dalla scelta da parte di gruppi privati di ridurre il numero delle dosi per la UE o di ritardarne la consegna, e dalla discriminazione nella distribuzione dei vaccini nel mondo, favorita dalla decisione della stessa UE di respingere la richiesta di moratoria sui brevetti. I governi e le istituzioni pubbliche sovranazionali devono quanto meno regolare il mercato impedendo speculazioni sui prezzi. Auspichiamo fortemente che l’Italia dia un inequivocabile segnale di controtendenza. L’Anpi si impegna a operare e a partecipare ad una larga intesa per i vaccini come bene comune.

3. Le particolari condizioni che hanno portato alla nascita del governo Draghi hanno messo a nudo il tema della crisi della rappresentanza politica. Da tempo si privilegia il tema della governabilità a scapito della rappresentanza e tanti cittadini non si sentono più pienamente rappresentati dai partiti attuali disertando sempre più le urne. Il pesante taglio dei numero dei parlamentari acuirà il già drammatico problema della rappresentanza colpendo in particolare le minoranze, sulla cui tutela si fonda la natura stessa di un regime democratico. Per questo oggi è assolutamente indispensabile una legge che garantisca al massimo la rappresentanza politica plurale dei cittadini destinata a durare nel tempo e non congiunturale.

4. La rinascita del Paese passa attraverso la piena ricostruzione del rapporto di fiducia fra cittadini e Stato. Questo è impossibile se non si promuove nei fatti una profonda riforma delle sue strutture alla luce della lettera e dello spirito della Costituzione. Occorre ricucire il rapporto funzionale tra Stato e Regioni ma anche tornando a riflettere sull’equilibrio istituzionale ala luce dell’esperienza della pandemia. La Costituzione è antifascista, ma lo Stato non lo è ancora integralmente. Il calendario civile dedicato alla memoria di un passato contrastato e vinto dalla Liberazione è monco e parziale. Il 6 aprile è l’80° anniversario dell’invasione italiana della Jugoslavia, che causò orribili delitti e indicibili massacri. È l’occasione perché le istituzioni riconoscano con parole e gesti inequivocabili la pesantissima responsabilità del fascismo a disonore del nostro Paese. È lo Stato nelle sue multiformi strutture che deve avviare una grande campagna di informazione sui crimini fascisti che, a partire dalla Jugoslavia, metta a memoria la sua politica aggressiva, razzista, coloniale e sanguinaria. È lo Stato che, nel pieno rispetto della ricerca storica, deve contrapporre la verità troppe volte messa in sordina o addirittura nascosta, a fronte del palese tentativo dei tardi epigoni del fascismo, presenti oggi in tutte le istituzioni, di riscrivere la storia asservendola alla loro politica.

5. La Costituzione ripudia la guerra. Eppure improvvisamente sono riapparsi pesantissimi toni e messaggi da guerra fredda in una scenario di profonda divisione del mondo. Oggi il mondo è e deve essere multipolare. Il nostro Paese deve operare affinché l’UE rifiuti qualsiasi logica di schieramento e sia elemento di rasserenamento e di cooperazione nei rapporti fra est e ovest e fra nord e sud. Il sistema di alleanze internazionali del nostro Paese deve tendere alla pace e alla cooperazione fra i popoli. L’atlantismo come alleanza cooperativa pacifica ed aperta al mondo è cosa buona e giusta, ma come dominio sul mondo è un pericolo per la coesistenza pacifica. Dalla caduta del Muro è stato un susseguirsi di guerre con la costante presenza o la deliberata interferenza di potenze e alleanze occidentali. La difesa dei diritti umani è principio inderogabile, ma non può usato come pretesto per nascondere interessi economici e finanziari. Le questioni della pace e della ripresa dell’impegno contro le armi nucleari devono tornare all’ordine del giorno.

La risposta all’emergenza del Paese richiama alla sua genealogia fondamentale: il Risorgimento e la Liberazione. Il dramma economico-sociale, la questione sanitaria, la rappresentanza politica, l’antifascismo, la pace rappresentano i nodi principali su cui misurare nel concreto l’effettiva volontà di cambiamento, per non tornare ad un recente passato che ci ha portato alla crisi attuale, un passato che non rimpiangiamo e che vogliamo superare percorrendo la strada dell’effettiva e conseguente applicazione della Costituzione.

II COMITATO NAZIONALE ANPI

26 marzo 2021