Roma, 13 gennaio 2012
Se ce ne fosse ancora bisogno, CasaPound getta definitivamente la maschera. Dopoessersi ammantata di “cultura” e di “socialità”, in varie occasioni, sia pure senza successo,
visto che nessuno ormai è disposto a cadere nella trappola, adesso l’esultanza per la
morte del magistrato Saviotti e l’esplicitazione della speranza che a questa morte ed
a quella di Bocca ne seguano altre, hanno un significato inequivocabile che va
addirittura al di là dei richiami al fascismo ed al peggior populismo, avvicinandosi
molto all’istigazione alla violenza.
Vedrà la magistratura se esistono estremi di reato. Per noi, conta l’esecrabile fatto politico,
che denunciamo come un episodio di inaudita ed inaccettabile gravità. Adesso, chi ha
tollerato CasaPound, chi le ha concesso locali e sedi e ne ha favorito l’ascesa e lo
sviluppo, ha solo la scelta fra una dissociazione aperta e definitiva oppure l’accettazione
che diventi esplicita e pacifica la connivenza con un gruppo di questo tipo, davvero
incompatibile col nostro sistema costituzionale e civile.
Quanto a coloro che hanno creduto, in buona fede, nella favoletta dell’innocenza,
delle inclinazioni culturali e sociali di CasaPound, è davvero tempo che aprano gli
occhi, si ricredano e prendano atto di una realtà che ora è divenuta addirittura
agghiacciante.
Per il resto, chiediamo con fermezza che la Costituzione venga fatta rispettare dalle
autorità pubbliche e vengano finalmente applicate le leggi che vietano ogni forma di
incitamento all’odio e alla violenza, così come ogni tipo di apologia del fascismo e di ciò
che esso ha tristemente rappresentato.
Raccomandiamo alle nostre organizzazioni di vigilare, rifiutando – peraltro –
qualsiasi tipo di provocazione.
Il Comitato Nazionale ANPI