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Anderlini, Mario – partigiano Franco

By 6 Settembre 2018 No Comments

Mario Anderlini, «Franco», da Domenico e Clementina Montanari; nato il 10 ottobre 1916 a Bazzano; ivi residente nel 1943. Licenza elementare. Colono.

Prestò servizio militare in artiglieria sul fronte albanese dal 1937 all’8 settembre 1943. Nel gennaio 1944 fu fra gli organizzatori di uno sciopero alla Ducati di Bazzano.

Fu attivo presso il comando della brg Tabacchi della 2a div Modena Pianura. Partecipò allo scontro di Levizzano Rangone (Castelvetro – MO). Dal 20 ottobre 1944 al 20 novembre 1944 fu nel comando del btg Artioli della 63a brg Bolero Garibaldi. Ferito alla spalla e al braccio destro. Nel febbraio 1945, quando i fascisti annunciarono che avrebbero pagato una grossa taglia, a chi avesse favorito la sua cattura, fece stampare e diffondere un “ricordino” o “santino” con l’annuncio della sua morte. Questo il testo: «Il 18 febbraio 1945 in Gombola cadeva offrendo l’ultimo sorriso dei suoi 29 anni Anderlini Mario. In quest’ora di dolore lo ricordano i fratelli la sorella la fidanzata i cognati cognate nipoti e parenti tutti che con imperituro affetto conserveranno il suo ricordo. Mario! nel dirti addio ci si strazia il cuore e con noi in un unanime pianto sono tutti coloro che ti ebbero caro. La tua vita così tragicamente recisa sia offerta all’eterno giudice affinchè ridoni la pace e l’amore fra i fratelli e la concordia degli animi ritorni a risplendere sul suolo della nostra Patria insanguinata».
Riconosciuto partigiano dall’1 marzo 1944 alla Liberazione. Gli è stata conferita la medaglia d’argento al valor militare: “Dopo l’armistizio si prodigava generosamente nella lotta di liberazione dimostrandosi organizzatore ed animatore capace e raggiungendo posizioni di comando nelle formazioni partigiane. Numerose, ardite e riuscite le azioni di guerriglia e di sabotaggio da lui ideate e condotte con grande decisione e coraggio. Particolarmente segnalato il contegno tenuto in quel di Piumazzo e nello scontro di Levizzano intrepidamente e vittoriosamente sostenuto contro forze nemiche dieci volte superiori per numero”

Da: Storie e Memoria di Bologna

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