William Michelini, 88 anni, è il presidente dell’Anpi di Bologna. Come le sembra l’idea di un granaio della memoria?
“Penso sia molto utile. Mi sono accorto di questa necessità quando nell’Associazione nazionale partigiani è nato il bisogno di lasciare testimonianza. Per decenni, purtroppo, il 25 aprile e la Liberazione sono stati soprattutto cerimonie importanti, ma cerimonie. Poi c’è stato l’attacco alla Resistenza, è allora che è cresciuto il bisogno di documentare il nostro passato”.
Fino ad oggi che cosa è stato fatto?
“Ci sono le interviste, i racconti. Alcuni sono stati anche filmanti, per fortuna. Per reazione, l’attacco alla Resistenza ha portato nuova vita all’Anpi. Sono tanti i giovani che si sono iscritti e hanno portato nell’associazione anche la tecnologia usata ogni giorno. Hanno costruito siti Internet che si sono affiancati a quelli degli Istituto storici della Resistenza. Purtroppo, questi filmati sono stati fatti quando tanti dei nostri non c’erano più”
Ci sono filmati che registrano anche gli incontri nelle scuole. Quali sono le domande rivolte dagli scolari delle elementari?
“Perché ha fatto il partigiano? Quante persone ha ucciso? Bisogna meditare bene le risposte. Cerco soprattutto di spiegare perché noi giovani decidemmo di scegliere la libertà”.
* l’intervista commenta il progetto di Slow Food di creare un “granaio della memoria”
da La Repubblica di domenica 16 maggio 2010