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Elezioni politiche e altro: Parlare di antifascismo o no?

By 31 Luglio 2022 No Comments
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In occasione dell’evento del prossimo 25 settembre che indicherà chi dovrà farsi carico della XIX legislatura, ci si aspetta da più parti che nei discorsi non si tirino fuori termini come antifascismo in quanto divisivi, non più attuali e tali da distogliere l’attenzione dai problemi reali del Paese.

Eppure, a Ravenna, nei giorni scorsi, il Presidente Mattarella, intervenuto in occasione del centenario dell’assalto squadrista alla sede della Federazione Provinciale delle Cooperative, ultimo atto del progetto di annientamento delle organizzazioni che avevano combattuto per proteggere i diritti dei lavoratori, ha tenuto a ricordare che “Le libertà di cui godiamo sono figlie di una storia sofferta e di generazioni che le hanno conquistate con dolore, sacrificio e impegno, consegnandole alla nostra cura affinché possiamo a nostra volta trasmetterne il testimone”.

Non ha usato quel termine “divisivo”, ma sono del tutto chiari il significato della sua riflessione e ciò a cui fa riferimento.

Non vogliamo usare termini divisivi nemmeno noi dell’ANPI di Bologna, ma nemmeno vogliamo esimerci da una breve considerazione.

Abbiamo assistito in questi ultimi 70 anni a molti eventi che hanno chiarito come le nostre libertà, “figlie di una storia sofferta”, abbiano continuato a soffrire e a correre il rischio di essere perdute.

Non possiamo dimenticare i governi che, in contrasto con tutte le regole della democrazia, hanno dato più volte ordine di sparare sui dimostranti (sempre lavoratori) che protestavano per legittime rivendicazioni (151 persone sono state uccise tra il 1948 e il 2007).

Non possiamo dimenticare i tentati colpi di stato (di colorazione politica nota) da cui siamo riusciti a scampare solo perché, fortunatamente, chi cercò di metterli in atto era del tutto incapace.

Non possiamo dimenticare le trame eversive che hanno visto alleanze trasversali tra estrema destra, rami deviati della massoneria, servizi segreti e mafia e che hanno portato alle stragi di piazza Fontana a Milano e di Piazza della Loggia a Brescia, della stazione di Bologna, dell’Italicus, di Peteano, di Gioia Tauro, di via dei Georgofili a Firenze, fino all’uccisione di Falcone e Borsellino.

Non possiamo dimenticare lo sdoganamento di comportamenti che mai avremmo pensato di osservare nuovamente come l’uso sistematico del “saluto romano” (ovviamente, non il “se vedemo” di Nino Manfredi, ma quello che si vede negli stadi o in frequenti manifestazioni pubbliche di determinate forze politiche), come l’assalto alla CGIL di Roma, come il mancato (obbligatorio secondo la Costituzione) scioglimento di Casa Pound e Ordine nuovo e delle altre decine di movimenti analoghi che si sono sviluppati in Italia, come il festino per la raccolta di fondi neri (nel senso di non denunciati alle imposte) a favore di un candidato al Comune di Milano, ripreso in un servizio di Fanpage.

Visto che non possiamo dimenticare tutto questo, non ci resta che augurarci che chi vincerà le prossime elezioni si ricordi, nel momento in cui giurerà nelle mani del Presidente Mattarella di rispettare la Costituzione, che quel giuramento è sacro anche per quei politici che vivono come un vincolo e non come un’opportunità i dettati costituzionali (antifascisti).

Rassicuriamo tutti: l’ANPI ci sarà sempre per far sì che tutti lo ricordino.