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il valore della Resistenza e la difesa della Costituzione

By 14 Aprile 2009 No Comments

partigiano con fazzoletto rossoAlla situazione già altamente precaria di questo paese, si è aggiunto un disastroso terremoto che ha sconvolto parte del territorio abruzzese e il suo capoluogo l’Aquila. Tragedia nella tragedia, con un movimento tellurico che pareva non finire più.

Il dolore per questo sventurato avvenimento non ferma comunque le provocazioni di carattere neonazifascista, l’ultima il raduno a Milano promosso da “Forza Nuova” il 5 aprile u.s.

L’ANPI, che ha ritenuto tale atto una provocazione ed intollerabile offesa alla città Medaglia d’Oro della Resistenza e della Guerra di Liberazione, invita i cittadini democratici, amanti della pace e del vivere civile, a far sì che il filo della memoria storica non si assottigli, perché é importante che le nuove e future generazioni acquisiscano il sapere dei processi storici che hanno dato il via alla libertà e alla democrazia nel nostro paese.

 

La sconfitta del nazifascismo dettò all’umanità la possibilità di vivere la speranza di un mondo migliore. Ed è su questa strada che vogliamo proseguire, ma per fare ciò è necessario irrobustire quel filo e ascoltare le voci del passato per ritrovare la passione e l’entusiasmo che nel secolo scorso ispirarono tanti uomini e donne nella ricerca e realizzazione di viva idea di libertà demandata ad un Parlamento veramente rappresentativo, ripudiando ogni mandato di governo ad una unica persona.

La Resistenza tracciò questa linea che fu sancita nella Carta delle regole nazionali (Costituzione Repubblicana). L’immenso patrimonio di libertà che è in quella Carta, conquistata con tanto sangue, in questi lunghi 61 anni dalla sua promulgazione, ha di frequente subito violazioni di applicazione, ma anche tentativi di distruzione.

I rigurgiti di nazifascismo ai quali in modo inquietante assistiamo, vedono la preoccupante tolleranza di molte Istituzioni del paese, le quali pensano che tutto ciò rientri nella normalità degli avvenimenti. Noi invece diciamo che chiunque rappresenta l’Istituzione, deve far rispetto per le regole costituzionali, fra le quali quella che vieta ogni apologia di fascismo, unica dittatura conosciuta concretamente in Italia.

Le affermazioni del Ministro La Russa, del sindaco Alemanno ed altri, che hanno portato la storia ed i valori delle loro radici politiche all’interno del Partito delle Libertà, non possnoo che suscitare perplessità, come leggere le dichiarazioni di Giuseppe Ciarrapico, che in una intervista recentemente rilasciata alla vigilia del Congresso di unificazione fra Forza Italia e Alleanza Nazionale, ha detto che i fascisti stanno con Berlusconi e Fini non è niente.

È penoso leggere l’On. Berselli o i vari Bignami, ora del P.d.L. che imperterriti continuano a lanciare improperi contro i partigiani particolarmente se comunisti, dimenticando che quei Resistenti aderenti al partito che era di Gramsci e Togliatti, pagarono con anni di galera e confino, oltre che con tanto sangue, la libertà di questa Italia. Essi combatterono, al fianco degli angloamericani, per la liberazione del suolo nazionale e molti di loro aderirono alla richiesta americana di aggregarsi nel loro Esercito per essere trasferiti a combattere nell’area dell’Oceano Pacifico contro il Giappone.

Quei comunisti fecero parte della Costituente e contribuirono fattivamente nel dibattito che durò 11 mesi per costruire la Costituzione italiana repubblicana, dopo di che al loro leader furono conficcate due pallottole nella testa, ma i comunisti del Partito Comunista Italiano, ancora una volta seguirono la via della legalità con le parole del loro leader sempre indirizzate verso i valori del dibattito democratico, della pace, della coesistenza civile.

Valori scritti sulla Costituzione di cui l’ANPI per diritto e dovere ritiene di essere il custode principale. Non è civilmente ammissibile che in questo paese si continui a riconoscere la storia in modo distorto, che vi sia chi impunemente e senza alcun rispetto, presenta in Parlamento una legge, la 1360, che chiede la parità morale dei nefasti manipoli di Salò, mercenari e al servizio nazista per la continuità dello schiavismo e genocidio di razza, con i partigiani che seguendo e proseguendo nell’esempio della Divisione Acqui a Cefalonia e Corfù, lottarono agli ordini del Governo legittimo italiano nel rispetto degli impegni che lo stesso aveva preso con i Comandi Anglo-americani.

Noi partigiani riteniamo nostro diritto e dovere tenere alta la nostra denuncia, affinché l’Italia libera che la Resistenza consegnò agli italiani rimanga tale. L’Antifascismo che oggi l’ANPI rivendica non è quello di 60 anni fa ma è basato contro l’autoritarismo, contro il razzismo, la violenza e l’usurpazione dei diritti umani.

Questo è il frutto di un ripensamento nuovo e moderno dell’antifascismo a cui le nuove generazioni debbono pensare recependo la memoria storica della Resistenza, con i suoi valori insopprimibili, per impedire disegni di delegittimazione della Costituzione Repubblicana, che con le sue regole pone paletti ed evita abusi e straripamenti a governi di larga maggioranza, affinché i suoi diritti a governare rimangano però nei  limiti di una giusta pretesa, comunque sempre in ascesa atta a costruire una società di progresso sociale ed eguaglianza nella giustizia.

Ermenegildo Bugni 
Segretario Organizzativo
ANPI provinciale Bologna

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