Quest’anno ricorre il 70° anniversario della tremenda uccisione, dopo innumerevoli torture, di Irma Bandiera da parte dei fascisti.
In suo ricordo pubblichiamo questa breve biografia
Nata nel 1915 a Bologna in una famiglia relativamente benestante per i tempi, scelse da subito di entrare nella Resistenza. Divenne staffetta della 7a GAP, con il nome di “Mimma”.
Fu arrestata il 7 agosto 1944 a Funo di Argelato, a casa di uno zio dove era sfollata, nel corso di una spaventosa e violenta rappresaglia che i fascisti scatenarono come ritorsione per l’uccisione di un tedesco e di un gerarca fascista locale, particolarmente odiato in quanto aveva sparato su alcune donne durante una manifestazione popolare.
Venne rinchiusa insieme ad altri compagni nella scuola di San Giorgio di Piano e poi trasferita a Bologna dove fu a lungo e ferocemente torturata. Alla fine, i fascisti la portarono davanti alla sua casa nei pressi del Meloncello e la uccisero. Era il 14 agosto 1944.
Il suo corpo fu abbandonato sulla strada per un giorno intero e diversi compagni e compagne, fingendo di non conoscerla, andarono a trovarla per un ultimo saluto.
Con queste parole la ricordò anni dopo Novella Corazza, anche lei partigiana a Bologna: “Cara Mimma, lei era importante! Era veramente molto importante. Mimma; non solo era una brava staffetta, cosciente, volenterosa, coraggiosa e instancabile, ma lei della brigata conosceva tante cose e soprattutto le basi dove si trovavano i gappisti, i suoi ragazzi, come lei li definiva affettuosamente”.
In sua memoria prese nome la 1ª Brigata SAP Garibaldi “Irma Bandiera”, che aveva come zona di operazioni i quartieri settentrionali di Bologna.
E’ fra le 19 partigiane italiane cui, alla fine della guerra, è stata conferita la medaglia d’oro.