L’Anpi è senza esitazione dalla parte dei popoli che si liberano da quei regimi dittatoriali e oppressivi che giungono a sparare sui propri concittadini. Il Mediterraneo e il Medio Oriente possono essere all’alba di una nuova stagione. Per questo sono assai grandi le responsabilità delle organizzazioni democratiche, dei governi, degli organismi sovranazionali. Prendiamo atto della risoluzione dell’ONU per la Libia, in difesa di quel popolo, ma siamo fermamente convinti che “l’Italia ripudia la guerra come mezzo per la soluzione delle controversie internazionali.” Non si esce dalle crisi attuali e nemmeno si aiuta la costruzione di nuove realtà statuali democratiche né con la guerra dall’alto né dal basso.
Devono tornare pienamente in campo la diplomazia, la politica e la cooperazione internazionale, colpevolmente assenti finora, per responsabilità dei governi UE – Italia in prima fila – che pure si erano impegnati per favorire la creazione di una area di cooperazione economica e istituzionale. Questo processo va ripreso e messo al centro di una nuova politica nel Mediterraneo. A questa politica potranno collegarsi i nuovi gruppi dirigenti che quei Paesi e quei popoli sceglieranno in piena autonomia e libertà.