Memoria e Antifascismo

Un saluto a Iolanda, staffetta partigiana

By 27 Novembre 2018 No Comments

di Iliano “Vanes” Guglielmi

Il 25 settembre scorso ci ha lasciati a 98 anni Iolanda Tartari, iscritta all’Anpi, che durante la Resistenza fu coraggiosa staffetta partigiana a Bosco, una piccola frazione del comune di Galliera, prossima anche ai territori di Malalbergo e San Pietro in Casale dove c’erano collegamenti operativi. Alla cerimonia funebre al cimitero di San Venanzio di Galliera era presente, apprezzato omaggio alla sua memoria, la bandiera dell’Anpi locale.

Iolanda era figlia di un bracciante socialista, “banconiere” della Casa del Popolo di Bosco, in cui vi fu un tentativo di incendio da parte dei fascisti, giunti su un autocarro, nei primi anni ’20. Oltre alle violenze che subì in quell’occasione, egli fu anche successivamente malmenato duramente all’interno della caserma di San Venanzio e poi buttato sulla neve, di notte. Fu riportato a spalle a casa da un fratello che aspettava fuori.

Durante il periodo dell’occupazione tedesca, la lunga casa della famiglia dei sei fratelli Tartari fu circondata e oggetto di una retata notturna, durante la quale fu arrestato il fratello Genuzio,  incarcerato a Ferrara, torturato e poi riuscito a evadere con alcuni altri prigionieri, grazie a un’audace azione di patrioti della zona ferrarese.

Durante l’azione dell’arresto, grazie all’assenza a Bosco della corrente e dell’illuminazione elettrica che favorì gli occultamenti, riuscirono a non essere scovati due suoi cugini. Uno nascosto sotto il materasso della madre che non scese dal letto durante l’interrogatorio cui fu sottoposta e l’altro, unitamente a un amico, riparatosi dentro un grosso mucchio di frasche appoggiate all’esterno della casa, raggiunto da un pertugio predisposto da tempo e mascherato, che si dipartiva dall’interno del cantone della legna presso il camino.

Mesi prima, l’abitazione di Iolanda e del fratello era già stata oggetto di una minuziosa e accanita perquisizione che era proseguita nella “casona” sita nell’orto, poi interrotta dai militi, sfiduciati di trovare qualcosa, appena a mezzo metro dalla balla di canapa nella quale era avvolta una rivoltella.

La frazione di Bosco di Galliera ebbe, oltre a parecchi partigiani, diversi giovani caduti in combattimento, come Rino Bergami e Mario Cesari, ai quali l’amministrazione comunale ha dedicato vie nel capoluogo.

Durante la Resistenza, Iolanda aveva conosciuto il suo futuro marito Olindo Melloni, partigiano di San Pietro. Con la famiglia, oramai da vari decenni, per ragioni di lavoro, da Bosco si era trasferita in città e risiedeva nella zona della Bolognina, mantenendo sempre nel frattempo un costante e attivo impegno civile.

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