CulturaMemoria e Antifascismo

UNA GIORNATA A SABBIUNO

By 26 Maggio 2022 No Comments

La mattina del 4 aprile io e la mia classe, insieme alle altre due terze della scuola, accompagnati da alcuni insegnanti, abbiamo visitato il Monumento ai Caduti di Sabbiuno.

Ci siamo recati regolarmente a scuola e verso le 8 e 30 abbiamo preso un pullman che ci ha portati al Memoriale.

Giunti a destinazione abbiamo raggiunto un prato dove ci siamo disposti in cerchio.

Al centro c’era Alberto Preti, un professore di storia contemporanea dell’università di Bologna, il quale ci ha fatto un riassunto della seconda guerra mondiale, parlando in particolare dei partigiani di Sabbiuno. Ho trovato il suo racconto molto interessante e allo stesso tempo toccante, viste le morti causate dai nazifascisti.

Successivamente abbiamo percorso un sentiero lungo il quale sono disposte delle grandi pietre con sopra inciso il nome di molti partigiani. Al termine di questo sentiero c’è un monumento che ricorda i caduti di Sabbiuno. Realizzato nel 1973, è un sacrario ai caduti della resistenza e commemora i partigiani uccisi dai nazifascisti nel dicembre del 1944.

Successivamente abbiamo fatto una “pausa” durante la quale alcuni di noi ne hanno approfittato per fotografare il paesaggio.

Più tardi siamo entrati in un piccolo museo contenente alcuni disegni, fotografie e i nomi e le date di nascita di diversi partigiani che hanno perso la vita durante l’eccidio di Sabbiuno. Dentro al museo è presente una piccola stanza con all’interno una sorta di finestra che emetteva il suono della voce di una donna che chiamava i partigiani.

Infine abbiamo ripreso il pullman e siamo rientrati a scuola.

Questa uscita ha avuto un grande valore per me. Provo un’immensa tristezza quando penso agli orrori che ha causato e che ancora oggi causa la guerra. Sono felice di ricordare coloro che hanno dato la vita pur di ottenere libertà e giustizia.

Salwua Iissi, classe 3H

Cronaca di una giornata trascorsa a Sabbiuno

Lunedì 4 aprile 2022, la classe 3H della scuola “Alessandro Volta”, insieme alle altre due terze dell’istituto, ha ricordato con un’uscita l’eccidio di Sabbiuno. Partiti in pullman alle 8.30, le classi hanno impiegato circa 40 minuti prima di raggiungere, intorno alle 09:15, la destinazione prevista: Sabbiuno. Ad aspettarli c’era Alberto Preti, noto docente di storia dell’università di Bologna, il quale si è dedicato per molti anni allo studio dell’eccidio di Sabbiuno. Il professore ha incominciato quindi a spiegare in modo generale la seconda guerra mondiale, soffermandosi poi su ciò che era invece successo a Bologna. In seguito ha parlato del monumento che avremmo visto di lì a poco, spiegando anche come era stato ideato e da chi. Dopo la spiegazione le classi si sono spostate verso un sentiero contornato di rocce per raggiungere il monumento. Sopra di ognuna vi era inciso il nome di un partigiano fucilato durante quel disastroso e orribile fatto. Le classi hanno poi visitato il monumento ai caduti, un’opera così affascinante come struggente. Qui i ragazzi si sono fermati per ammirare il magnifico paesaggio che si estendeva sotto di loro. Verso le 11:30 le classi sono entrate a visitare il piccolo museo storico di Sabbiuno. Qui, vi erano presenti molti oggetti storici come alcune copie di giornali che documentavano l’evento. Ciò che però mi ha affascinata di più è stata una costruzione a forma di finestra dalla quale, la voce registrata di una donna che rappresentava la madre di ognuno dei partigiani, ripeteva i nomi di tutte quelle povere persone uccise. Le classi sono poi ritornate nei rispettivi pullman, ma con qualcosa in più, un qualcosa da portare nel cuore e da non dimenticare.

D’Auria Fabiola, classe 3H

CRONACA DI UNA GIORNATA A SABBIUNO

Lunedì 4 aprile, insieme alle altre classi terze della scuola “A. Volta” succursale, siamo stati invitati a Sabbiuno dall’ANPI ovvero l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, per ricordare i partigiani caduti durante quella strage.

Condotti sul luogo da un pullman che ci è stato offerto direttamente dall’associazione, siamo arrivati nel punto in cui i partigiani sono stati fucilati e dove sono presenti diversi monumenti in ricordo di quel tragico avvenimento.

All’arrivo ci ha accolti un professore di storia dell’Università, che ci ha fatto mettere in semicerchio intorno a lui e ci ha raccontato la storia di quegli uomini, morti per difendere l’onore del nostro paese e per la libertà. Ci ha anche spiegato il significato del progetto di questo monumento storico, raccontandoci quello che avremmo visto.

In seguito la professoressa Mancini ci ha fatto strada verso un piccolo sentiero dove sul lato destro sono state poste grandi pietre tutte in fila: tante quante sono state le persone uccise in quello sterminio e proprio per questo ciascuno di quei massi ha inciso sopra il nome di un partigiano.

Al di là di queste rocce è presente un ripido dirupo, quasi verticale.

Proprio nel punto in cui i corpi dei partigiani sono stati gettati dopo l’eccidio, ci sarebbe dovuta essere una lunga spirale di filo spinato rosso che si sarebbe dovuta prolungare lungo tutta la profondità del dirupo terminando con una croce, ma è stato momentaneamente tolta per restauro.

Procedendo fino alla fine del sentiero, abbiamo trovato un muro, diviso in più postazioni dove sono incastrate delle ricostruzioni di fucili.

Questo luogo mi è sembrato incredibile perché ci si sente così coinvolti da quell’atmosfera da sentire quasi le stesse sensazioni provate dai caduti di Sabbiuno ed anche il clima di quel lunedì trascorso in quel luogo di morte era forse lo stesso che aveva avvolto i partigiani il giorno dello sterminio: freddo e secco.

Più tardi, dopo aver terminato questa parte della visita, abbiamo fatto una pausa per la merenda e, successivamente, una classe per volta è entrata dentro il piccolo museo allestito all’interno di quella che un tempo era stata l’ultima prigione dei partigiani prima della fucilazione.

Entrando nella sala principale del museo, si possono notare sulle pareti i disegni del progetto di Sabbiuno e dei pannelli che narrano la storia di questa orribile strage.

Infine, prima di uscire dal museo, siamo entrati all’interno di una piccola stanza dove è stata posta una grande bandiera, simbolo della pace ed uno schermo che riproduce l’alternarsi di giorno e notte con tutte le variazioni e le sfumature di luce, come fosse una finestra; dallo schermo usciva una voce femminile che chiamava ad uno ad uno il nome dei partigiani, nominandoli come se fossero ancora bambini.

Usciti dal museo, al termine della visita, siamo saliti nuovamente sul pullman, per rientrare a scuola a fine mattinata, arricchiti da tutti i racconti, dalle testimonianze e dalle sensazioni che quel luogo pieno di storia, ci ha lasciato dentro.

ASCANIO SCARPULLA, CLASSE 3F

SABBIUNO

Ieri 04/04/2022 le nostre classi terze dell’istituto “A. Volta sono” andate a Sabbiuno con gli insegnanti e con la professoressa Mancini, facente parte dell’A.N.P.I ovvero l’Associazione Nazionale Partigiani d‘Italia.

Le classi sono andate a Sabbiuno per vedere i 100 massi che ricordano molti partigiani fucilati dai tedeschi e in seguito buttati nei calanchi.

Dopo circa 40 minuti di tragitto in pullman, siamo arrivati in un giardino, dove il professore Alberto Preti, docente universitario di storia contemporanea del ‘900, ha spiegato passo per passo ciò che era successo, facendo vedere alle classi tutti i massi commemorativi.

Le classi ne hanno notato uno con su scritto “altri 52 sconosciuti” perché non si riuscirono ad identificare tutti i partigiani.

Poi abbiamo scattato diverse foto al monumento e al panorama.

Dopo aver fatto merenda, gli alunni sono andati in un edificio nel quale era descritto ciò che era successo con l’ausilio di diverse immagini.

Nell’edificio c’era una registrazione audio che simulava una mamma che parlava con i propri figli ovvero i partigiani.

A voce li elogiava e ricordava le loro gesta.

Queste persone difesero la nostra nazione, rischiando la vita e lasciando le proprie famiglie.

Questa esperienza è stata molto importante sia dal punto di vista umano che storico, e per me è stata molto interessante.

Iissi Ayman, classe 3F