il Consiglio di QuartiereReno
riunito nella seduta del 24 febbraio 2009
Con lettera P.G.n.19209 del 29 gennaio 2009, il Presidente della Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – Comitato Provinciale Bologna – sig. Lino “William” Michelini, invitava i Presidenti dei Quartieri della città di Bologna, attraverso iniziative del Consiglio di Quartiere, a chiedere al Presidente della Camera di intervenire per depennare e per bloccare la discussione della proposta di legge n.1360 riguardante l’equiparazione di militari, deportati, partigiani e combattenti per la libertà, ai fascisti della Repubblica di Salò e il conferimento a questi ultimi della onorificenza Ordine del Tricolore;
l’intento di tale proposta di legge, inoltrata da un gruppo di parlamentari alla Commissione Difesa, mira a cancellare la verità storica, e a riconoscere uguali onori (e annessi vantaggi materiali), sia a tutti coloro che hanno combattuto per una Italia libera dalla dittatura e dal nazismo sia a coloro che combatterono per mantenere la dittatura con tutte le sue aberrazioni;
Il progetto di legge è un nuovo capitolo di quel processo di omologazione, di revisionismo storico, di riscrittura della realtà storica, in nome di una presunta “memoria condivisa” e declamata “riconciliazione nazionale”, e che è inaccettabile sotto il profilo morale e politico, oltre che giuridico e storico, perchè equipara coloro che facevano i rastrellamenti per conto dei tedeschi a chi veniva internato o militava nella Resistenza.
Tale progetto di legge stravolge, pertanto, la verità storica e, come dice il Presidente emerito della Corte Costituzionale,Giuliano Vassalli, “….non si può riconoscere a chi ha contrastato lo stato italiano sovrano, schierandosi con la Repubblica Sociale, il titolo di combattente.
La Cassazione è stata chiara in merito : i repubblichini sono nemici. Non esiste paese in Europa dove i collaborazionisti del nazismo sono premiati”.
Questa proposta di legge ha generato disgusto in tutte le associazioni partigiane, di qualsiasi colore politico, proprio per il contenuto della stessa che, partita da un antefatto “nobile” quale la costituzione dell’Ordine di Vittorio Veneto, che prevede il riconoscimento dei meriti e dei diritti dei combattenti impegnati sui due fronti della Grande Guerra, vorrebbe adesso istituire in parallelo il cosiddetto “Ordine del Tricolore” nonché il conseguente “adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra”.
La proposta di legge all’art. 2 recita che si prevede che tale onorificenza (e quello che ne consegue…) sia conferita a…… (qui si elencano tutti quelli che ne hanno diritto), ma poi termina in tal modo: “… nonché ai combattenti nelle formazioni dell’esercito nazionale repubblicano durante il biennio 1943-45”, gli stessi che dopo l’8 settembre 1943, fecero la guerra ai partigiani, all’esercito di liberazione alle forze alleate sbarcate in Sicilia e ad Anzio e alle truppe che combatterono costringendo l’esercito tedesco alla ritirata, gli stessi che agirono come fiancheggiatori dei nazisti e stragisti delle popolazioni civili.
Come dice il Presidente Carlo Azeglio Ciampi “….il giudizio storico sulla Repubblica di Salò, creata in antitesi allo Stato Italiano legittimo, non può dimenticare che essa appoggiò con la sua azione, la causa del nazismo, anche se le scelte individuali di adesione possono essere state ispirate al convincimento di fare in tal modo il proprio dovere”. Comprendere non comporta la necessità di equiparare..
Lo schema di legge, proposto già due volte nel corso delle precedenti legislature, così come più volte affermato dal Vice Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, Roberto Zaccaria, “…capovolge l’ordine dei valori costituzionali equiparando indistintamente chi combatté in difesa della libertà e chi combatté per contrastarla. Ennesimo tentativo di revisionismo storico con il quale il centro-destra vorrebbe accreditare i repubblichini nella storia d’Italia e sconvolgere, in tal modo, le radici stesse della Repubblica”.
l’iniziativa della campagna d’informazione e di mobilitazione di cui si è fatta promotrice l’ANPI, appoggiando le varie iniziative volte a depennare e a bloccare la discussione della proposta di legge n.1360, ritenendo inammissibile equiparare i repubblichini, fiancheggiatori del nazismo e sostenitori della dittatura fascista, a chi ha combattuto per la difesa della patria e altresì è inammissibile assegnare loro una decorazione conferita dalla Repubblica Italiana nata dalla Resistenza.
ai nostalgici del Fascismo e a chi vuole avere sempre ragione, un po’ di pudore verso la Patria, poiché fu proprio l’irresponsabilità della dirigenza fascista e la condotta talvolta criminale delle sue guerre di occupazione a causare gravi danni all’Italia e agli Italiani: la perdita di territori “annessi” con la vittoria della Grande Guerra e l’esodo forzato di centinaia di migliaia di italiani dalle terre abitate dai loro avi (Istria e Dalmazia).
proposto dal vicepresidente Filippo Bortolini per la maggioranza (Centro Sinistra per Reno), emendato dalla Consigliera Bonazzi Elisa
Esito della votazione: Presenti n. 11 Votanti n. 11 Favorevoli n. 11Il Consiglio del Quartiere Reno approva.