ArchivioAttualità

l’importanza dell’antifascismo

By 24 Settembre 2008 No Comments

staffetta partigiana alla LiberazioneIn questo momento la nostra nazione sta attraversando nuovi e forti pericoli che ne minacciano la democrazia e l’etica della convivenza. Registriamo una intensificazione degli attacchi alla Resistenza e alla Costituzione da parte della destra italiana forse non adeguatamente contrastata  da politici, organi di informazione e per certi aspetti taluni uomini  di cultura della sinistra.

Recentemente il presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini (terza autorità dello Stato ha dovuto pronunciarsi su deprecabili affermazioni fatte in una pubblica  cerimonia come il ricordo dell’8 settembre 1943 da due suoi colleghi di partito, uno Ministro, Sindaco della capitale d’Italia l’altro, che in quel momento avevano dimenticato di aver giurato fedeltà alla Costituzione.

Il fascismo fu una dittatura e le sue leggi razziali un’infamia ha affermato Fini “con personale coraggio” all’Assemblea dei giovani del suo partito, limitandosi comunque ad evidenziare in modo assai ristretto le brutture del regime dittatoriale che vanno ben oltre quelle due affermazioni, ma sottolineando però, che democrazia e fascismo sono due cose inconciliabili fra loro.

La risposta che il leader ha avuto dai giovani di Alleanza Nazionale è stata categorica: NON ACCETTEREMO MAI L’ANTIFASCISMO. Chiara e sincera risposta che evidenzia l’ambiguità di cui un partito si è servito con l’aiuto berlusconiano, fingendo un apparente omaggio alla Costituzione, riuscendo così a occupare posti chiave nelle Istituzioni italiane.

E’ difficile capire come il nuovo partito che forse si andrà prossimamente a realizzare, detto Partito delle Libertà  (il cui leader Silvio Berlusconi, si sottrae, da sempre, alle celebrazioni di una data fondamentale nella storia del Paese, il 25 aprile, motivando che “deve lavorare”), potrà esplicare nel prossimo futuro la democrazia che la Costituzione italiana sancisce.

Ascoltare e leggere alcuni insigni protagonisti del nostro mondo politico da lui sostenuti che dichiararono di voler rivedere e riscrivere i testi della storia contemporanea  è stupefacente. Ed è fastidioso sentire qualcuno che afferma della necessità di ascoltare anche i “ragazzi di Salò”.

A questi desideri, noi che quei “ragazzi” li abbiamo subiti sulla pelle diciamo: che l’unica cosa per cui potrebbero aprir bocca, sarebbe quello di chiedere scusa e perdono alle popolazioni da loro martirizzate e assassinate con inumani comportamenti di cui andavano anche fieri. Ricordiamoci sempre che la R.S.I. (repubblica sociale italiana) fu un’infamia e le nefandezze compiute da coloro che la servirono resero per diciotto mesi il suolo italiano un inferno.

Quella accozzaglia di gente che imperversò indossando la camicia nera, si prostituì consapevole alla volontà e ai metodi delle S.S. tedesche, obbligando i giovani delle classi  1923 – 24 – 25 – 26 ad arruolarsi con loro pena la morte. Così facendo, accentuarono le ribellioni e le diserzioni si ripercorsero a catena.

Coloro che sostengono che quei ragazzi inconsciamente sbagliarono convinti di difendere la Patria, escano dall’equivoco, perché o non sanno o sono in malafede. Nell’ottobre 1943 il giorno 13 uscì pubblicamente, emanata in modo clandestino, ma con grande pubblicità diffusa, una norma del legittimo Governo Badoglio che all’articolo 5 del Codice Militare di Guerra disponeva che: chiunque avesse commesso  delitto di infedeltà al  legittimo Stato, era considerato traditore della Patria.

Subito finita la guerra, quei traditori della Patria, per uno slancio di riconciliazione nel Paese usufruirono della amnistia che l’allora Ministro di Grazia e Giustizia del governo Parri, Palmiro Togliatti emanò in data 21 giugno 1946.

Fu un generoso provvedimento che quei fascisti ripagarono riorganizzandosi e fondando sei mesi dopo (dicembre 1946) il movimento sociale italiano M.S.I. in barba al decreto datato 16 aprile 1945 che condannava ed era perseguibile di arresto chiunque avesse fatto apologia di fascismo. Una nazione l’Italia che a differenza delle altre europee da 63 anni porta avanti la verità di due storie parallele di cui una, quella fascista è giunto il tempo che venga messa nel ghetto che le compete.

Questa Repubblica democratica uscita dalla Resistenza, e dall’antifascismo portatrice di una Costituzione tra le migliori del mondo, va salvaguardata e tutelata da tutti i cittadini che amano la giustizia, l’eguaglianza nei diritti e la convivenza civile. Ci auguriamo che essi siano la stragrande maggioranza. L’Anpi, denunciando il clima ostile al mantenimento ed al rafforzamento dell’antifascismo, rivolge a tutti un caloroso invito a continuare con serietà l’impegno nello studio della Resistenza.

Gli impegni che attendono la nostra Associazione nell’immediato futuro:

  • – la difesa della Costituzione repubblicana e l’auspicio che essa venga applicata in tutti i suoi valori civili e morali
  • – una seria incentivazione alla lotta comune contro mafia – ‘ndrangheta – camorra
  • – respingere con la dovuta energia certi metodi che in politica stanno affiorando in questi ultimi tempi e che prediligono la personale autoaffermazione al valore della democratica determinazione e questa è l’importane ragione per cui antifascismo e Resistenza non sono un capitolo chiuso.
Ermenegildo Bugni
Partigiano “Arno” – Segretario organizzativo dell’A.N.P.I. provinciale di Bologna
{linkr:bookmarks;size:small;text:nn;separator:%20%3A%3A;badges:2,1,18,13,5,3,19,17,12}

Leave a Reply